ANDAMENTO VENDITE SU SCALA ITALIA A NOVEMBRE 2024DELL’ALFA ROMEO – Il mercato automobilistico italiano a novembre 2024 ha registrato la vendita effettiva di 124.251 vetture rispetto alle 139.319 di novembre 2023. Alfa Tonale con 877 vetture è la 39 ^ vettura più venduta nel mercato italiano, mentre la new entry Alfa Romeo Junior con 1.104 vetture è la 29^ vettura più venduta in Italia.
ANDAMENTO VENDITE DEL BISCIONE RISPETTO AI PRIMI UNDICI MESI DEL 2024 – Nei primi undici mesi del 2024 il Biscione nel mercato italiano ha immatricolato 20.884 vetture rispetto alle 25.273 del 2023. Il decremento è pari al – 17,37 %. La quota di mercato scende dall’1,74% all’1,44%.
ANDAMENTO DELLE VENDITE DEL MARCHIO ALFA ROMEO NEL MERCATO ITALIA NEL MESE DI NOVEMBRE 2024 – Il Biscione ha immatricolato a novembre del 2024 ben 2.479 vetture rispetto alle 2.726 di novembre 2023 segnando un decremento del 9 %. Alfa Junior con 1.104 vetture e Alfa Tonale con 877 vetture hanno raggiunto rispettivamente il 29^ e il 39^ posto nella classifica generale delle prime Top 50 nel mercato Italia in questo mese. Alfa Junior in questo mese pesa pertanto il 44% delle vendite globali del brand nel mercato Italia, segue Alfa Tonale con il 35%. Il restante 21% è occupato dal D-Suv Alfa Stelvio ed infine la berlina Giulia. Esiste un evidente apprezzamento per la Junior appena lanciata ma i vecchi clienti MiTo e Giulietta richiedono due degne eredi e Stellantis ci dovrebbe pensare seriamente magari con l’adozione di motorizzazioni Bifuel Benzina/Gpl molto richieste ed in passato vantaggio competitivo per MiTo e Giulietta rispetto alla concorrenza.
ANALISI VENDITE DELL’ALFA ROMEO JUNIOR NEL MERCATO AUTO ITALIA A NOVEMBRE 2024 – La Junior ha venduto globalmente 1.104 vetture di cui 1.047 con motore termico/ibrido. Il 95% degli acquirenti italiani ha perciò scelto la motorizzazione termica/ibrida e il restante 5% la versione full electric. La versione termica è spinta dal 1.2 T3 136cv con turbocompressore a geometria variabile e con distribuzione a catena di origine Peugeot. La parte elettrica è affidata a un motogeneratore da 29 CV integrato nel cambio a doppia frizione a 6 marce. Chissà come sarebbero andate le vendite di questo modelli con l’adozione di motori della gamma FCA che sono stati abbandonati nel cassetto da Stellantis.
Stellantis N.V. (“Stellantis” o “la Società”) ha annunciato il 1/12/2024 che il Consiglio di /Amministrazione, riunitosi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto imm/ediato. Il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024.
Il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, ha commentato: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi.” Il Presidente John Elkann ha dichiarato: “Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders.”
COSA HA FATTO TAVARES PER L’ALFA ROMEO? Si è trovato il progetto in Casa della Tonale che come è noto ha il pianale modificato della Jeep Compass. Ha spinto per la B-Suv Junior Made in Poland che deriva direttamente dalla Peugeot 2008. Non una sola motorizzazione è stata presa dalla famiglia motoristica FCA. Molto deludente per gli alfisti più intransigenti ma anche per coloro che si sono avvicinati al Biscione dopo del lancio di Giulia/Stelvio. Bilancio deludente e al di sotto delle aspettative.
Santo Ficili è il nuovo CEO di Alfa Romeo e Maserati. Cosa resta dell’eredità di Jean Philippe Imparato? La New Junior ovvero un modello interamente realizzato con tecnologia e motori PSA e prodotta in Polonia, con tanti dubbi sulla futura gamma del Biscione e senza una erede di MiTo e Giulietta
(MITOALFACOM) Abbiamo appreso dai canali ufficiali di Stellantis Italia che Santo Ficili è il nuovo CEO di Alfa Romeo e Maserati. I due marchi tornano perciò ad avere un unico responsabile nell’organigramma aziendale. Questo è sicuramente positivo. Ma cosa resta dell’eredità manageriale del suo predecessore Jean-Philippe Imparato? Gli attuali modelli in gamma sono tutti figli della gestione Marchionne ( Giulia, Stelvio, Tonale e la 33 Stradale prodotta in serie limitata). Sull’ultimo modello presentato nei mesi scorsi e in vendita da settembre 2024 nel mercato Italia ovvero la Junior la platea degli alfisti di ieri e di oggi è molto scettica. Nello specifico come scritto anche in precedenza ( clicca qui) se è vero che FCA non esiste più tutto il know-how presente è stato interamente cestinato a vantaggio di quello PSA per mere ragioni di prepotenza da parte dei francesi che hanno grande peso nell’azionariato Stellantis. La Junior nasce da una piattaforma PSA, con tecnologia interamente francese ed anche con motori francesi. Infine è prodotta in Polonia. Cosa ci sarebbe di Alfa in questo modello? Solo il marchio sulla vettura. Dal vivo sono evidenti nelle linee i riferimenti alla Peugeot 2008 da cui deriva. Ma si è veramente convinti che il mercato possa premiare questo modello? Nemmeno negli anni Ottanta con la joint venture con la Nissan con l’ARNA si era osato tanto. Il propulsore Boxer era il medesimo presente sui cofani dell’Alfasud prodotta a Pomigliano (NA). Sui motori BEV non si può pretendere granchè in termini di diversificazione ma sulla scelta dei motori termici sì.
L’ ALFA JUNIOR DOVEVA AVERE MOTORI TERMICI DELLA FAMIGLIA FCA
Utilizzare un propulsore della famiglia motoristica FCA avrebbe in qualche modo dato un segnale invece nulla. Come nulla è stato fatto per realizzare una nuova Giulietta. Il segmento C è stato abbandonato in modo colpevole da Stellantis e non si conoscono i tempi di un eventuale ritorno e stesso dicasi per un’erede della MiTo per fare concorrenza diretta alla MINI come nel periodo 2008-2018. Sulle eredi di Giulia e Stelvio cosa chiedono gli alfisti? Diversificazione del prodotto e delle unità motoristiche rispetto agli altri marchi del Gruppo Stellantis. Cosa ci sia di difficile comprensione? Alfa Romeo non è un marchio generalista e occorre investire seriamente su questo marchio ed avere una visione globale dedicata partendo dalle richieste dei mercati esteri che scelgono il Biscione ovvero: Stati Uniti, Canada, Cina, Singapore, Giappone, Asia, Middle East, Africa, Belgio, Germania, Francia, Svizzera ed Olanda.
VALORIZZARE IL CENTRO DI RICERCA E GLI STABILIMENTI ITALIANI
Il nuovo CEO del Biscione e del Tridente dovrà valorizzare il Centro di Ricerca di Modena Alfa-Maserati e gli stabilimenti produttivi di Cassino (FR) e motoristici di Termoli (CB) e Pratola Serra (AV). Un compito non facile ma con un adeguato e dedicato team si potrà riprendere il percorso tracciato da Marchionne. Sul fronte Maserati ci si drovrò interrogare su cosa dovrà rappresentare questo marchio in futuro e su quali stabilimenti deve far riferimento. I siti di Grugliasco (TO) e Torino Mirafiori sono stati già ampiamente umiliati da Tavares su richiesta dei suoi azionisti ed ora invece cosa cambierà con questa nomina?
Nell’ambito di un nuovo valzer di nomine in Stellantis, ecco la dichiarazione ufficiale di Carlos Tavares: “In questo momento darwiniano per l’industria automobilistica, il nostro dovere e responsabilità etica è di adattarci e prepararci per il futuro, agendo meglio e più velocemente dei nostri concorrenti, per offrire una mobilità sostenibile, sicura e accessibile. I nuovi membri del leadership team contribuiranno alla determinazione di tutta la squadra nell’affrontare le sfide future, rafforzando e accelerando il nostro percorso di trasformazione per diventare la mobility tech company di riferimento. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a porre le basi per il futuro successo di Stellantis”.
SANTO FICILI NUOVO CEO DI ALFA ROMEO E MASERATI – IL COUNTRY MANAGER DI STELLANTIS ITALIA CHIAMATO A FARE IL MIRACOLO CON IL BISCIONE
Classe 1966, è entrato in Fiat nel 1987 dopo 3 anni di Scuola Aziendale Lancia. All’interno del gruppo è andato a ricoprire posizioni di sempre maggior responsabilità e a 360° rispetto al business automotive. Dopo gli inizi sul campo nell’area after sales, Ficili ha maturato competenze nel settore dei veicoli commerciali e delle passenger car. Nel 2015 diventa responsabile per la regione Emea di Mopar che racchiude tutte le attività del post vendita dei marchi di (ex) FCA. Dal 2019 è a capo del Business Center Italy di FCA e responsabile delle Sales Operations di FCA in EMEA. Dal 2021 è stato nominato Country Manager Stellantis per l’Italia. Un ottimo curriculum ma avrà potere decisionale effettivo per poter incidere tornando ad una visione più simile a quella che ebbe Sergio Marchionne? Lo auspichiamo fortemente per il futuro del Biscione e del Tridente. Il primo bilancio triennale della gestione Stellantis sui brand Alfa Romeo e Maserati non è esaltante ed ora è vietato proseguire negli errori. Se le follie green della UE stanno mettendo tutto in discussione su scala continentale è altrettanto vero che il mercato non ha premiato questa “imposizione a senso unico” di Bruxelles. Aver fatto uscire dai listini Maserati i modelli: Quattroporte, Levante e Ghibili è stato un grosso errore. Il capolavoro creato da Marchionne dal 2013 è stato cancellato da una gestione manageriale francese risibile e inadatta. Ora è il tempo di ripartire ma con un approccio differente.
Per chi è interessato riporto in questa pagina la rassegna stampa completa dai maggiori player italiani del settore automotive tratta dai miei siti www.mitoalfaromeo.com e da www.guidoitaliano.it
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Sapevamo già da tempo che con Stellantis i futuri modelli del brand milanese avrebbero condiviso l’uso di piattaforme del Gruppo PSA nella fascia media. Ci eravamo illusi che ci poteva essere una profonda diversificazione del prodotto pur nella condivisione dei pianali. In primis era auspicabile l’adozione di motori diverse rispetto alle nuove cugine francesi. Stiamo parlando di Alfa Romeo, non di un marchio qualsiasi. Un brand che grazie a FCA era tornato ad essere sè stesso con il Piano di RIlancio voluto da Marchionne con avvio nel 2015. Giulia, Stelvio e Tonale sono figlie di quella gestione. E abbiamo visto ed apprezzato il risultato finale. Dopo la prematura scomparsa del CEO Sergio Marchionne nel 2018 i proprietari del Gruppo FCA hanno preferito cedere tutto ai francesi di PSA invece che proseguire la strada avviata dal top manager italo-canadese. Il 16 gennaio 2021 nasce Stellantis e nella sostanza PSA ha inglobato tutta FCA imponendo strategie, piani produttivi e spostando il baricentro industriale verso Francia, Spagna e Polonia. Il tutto accadde nel totale silenzio della politica nazionale e dei sindacati nazionali; questi ultimi per molto meno avevano durante la gestione Marchionne sollevato polemiche strumentali ed ideologiche per molto meno.
B-SUV ALFA CON CUORE FRANCESE E MADE IN POLONIA– Ad oggi quindi cosa abbiamo? La presentazione di un b-suv con tecnologia PSA prodotta in Polonia. Di Alfa c’è solo il marchio sul cofano ed una scudo che è stato totalmente stravolto. Sono evidenti le componenti già viste su Peugeot 2008, Opel Mokka, DS3 Crossback ed altre vetture del gruppo tra cui Fiat 600 e Jeep Avenger. Sul lato motoristico nessun utilizzo dei motori FCA, al suo posto il 1.2 a tre cilindri ciclo Miller da 136 CV con tecnologia ibrida a 48 Volt di origine PSA con turbo a geometria variabile e con catena di distribuzione. Non si poteva fare di meglio?
CONCORRENTI DELL’ALFA JUNIOR – In questo segmento di mercato ad oggi i concorrenti sono Audi Q2, Volvo EX30, Mini Aceman, Smart #1 ed anche la cugina Jeep Avenger. I prezzi partono da 30mila euro.
LA SITUAZIONE FINANZIARIA DELL’ALFA ROMEO OGGI – Nel 2023 l’Alfa Romeo ha prodotto un utile operativo di circa 500 milioni di euro, con una produzione industriale annua che si è attestata a 70.500 vetture con tre vetture in gamma: Giulia, Stelvio e Tonale. L’utile per ogni veicolo è pari a 7.100 euro.
ALTA TENSIONE TRA GOVERNO ITALIANO E STELLANTIS SUL NOME MILANO – ALLA FINE SI CHIAMERA’ JUNIOR – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato che chiamare Milano questo nuovo modello è vietato ai sensi della Legge italiana che nel 2003 ha definito l’Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore, indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Quindi un’auto con il nome Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana. Dopo pochi giorni Stellantis ha rettificato il nome da Milano a Junior. Ma analizzando bene la storia del Biscione Junior è sinonimo di altro e nello specifico fa ricordare la coupè nata negli anni Sessanta sulla base delle leggendaria Giulia. Tutt’altra storia rispetto a questo B-Suv imposto dalle leggi del mercato. Siamo polemici ad oltranza oppure siamo rispettosi di un grande passato e chiediamo maggiori sforzi per evitare pessime figure sul mercato? Ci permettiamo solo di esprimere pareri costruttivi. Null’altro!
TAVARES: PRODURRE IL B-SUV DELL’ALFA IN ITALIA AVREBBE FATTO LIEVITARE IL LISTINO AI CONSUMATORI DI OLTRE 10MILA EURO – Il Ceo di Stellantis Carlos Tavares ribadisce pubblicamente che non è stata considerata la produzione di questo modello in Italia poichè il listino sarebbe lievitato di oltre diecimila euro in più. Il potenziale acquirente di una vettura con un marchio del genere non si ferma al prezzo di listino ma alla qualità complessiva del veicolo e se risponde o mano al DNA del marchio. La produzione italiana rientra proprio nel valore aggiunto del brand al pari della Ferrari, della Maserati e della Lamborghini, sebbene abbiano questi tre luxury brand italiani un posizionamento sul mercato più elevato. Non è questo un dettaglio di poco conto e non si possono fare solo ragionamenti esclusivi sulle economie di scala e sull’abbattimento dei costi.
QUALE FUTURO IN ITALIA PER LA GAMMA ALFA ROMEO – La futura generazione della Stelvio arriverà nel 2025, nel 2026 toccherà alla Giulia e verrà mantenuta la produzione a Cassino (FR). Ma la piattaforma Giorgio Made in FCA sarà sostituita dal pianale STLA Large che sarà anche la futura base dei modelli Dodge e Maserati. Tavares ha anche rivelato di aver ricevuto un’offerta per vendere l’Alfa Romeo, prontamente rifiutata in quanto il marchio è tornato redditivo negli ultimi anni.
NEMMENO CON L’ARNA SI ERA OSATO COSI’ TANTO, MA ALMENO IL MOTORE ERA 100% MADE IN ALFA ROMEO – Negli anni Ottanta fece molto discutere l’ARNA acronimo di Alfa Romeo Nissan Auto. Questa vettura di segmento C doveva aiutare il brand ad incrementare le vendite. Vettura figlia di una joint venture tra Alfa ( che ricordiamo all’epoca era in mano all’IRI) e la giapponese Nissan. Scocca giapponese ( derivata dalla Nissan Pulasr) e motore boxer 100% Made in Alfa ( lo stesso dell’Alfasud). Per questa vettura il Governo italiano su pressioni della DC costruì un nuovo stabilmento a Pratola Serra (AV) dove venivano assemblate le scocche prestampate dal Giappone. Risultato? 50mila vetture vendute tra il 1983 e il 1987. Il Presidente dell’IRI Massacesi nella seconda metà degli anni Settanta volle questa vettura per contrastare maggiormente la Volkswagen Golf ma è anche vero che l’Alfa non aveva capitali a sufficienza per poter progettare da zero una vettura di quella fascia di mercato. Le lamiere prestampate lavorate in Giappone avevano risolto il problema della ruggine, che storicamente era un limite del progetto Alfasud ma è anche vero che la ruggine era figlia di sabotaggi nello stabilimento campano e non un limite progettuale. Ma questa è un’altra storia. Nel 1986 l’Alfa Romeo piena di debiti fu ceduta al Gruppo Fiat e non alla Ford su volontà del Governo Craxi. Dopo che il Gruppo Fiat ne ha acquisito il brand ha chiuso la joint venture con Nissan, l’Alfa è uscita dalla Formula 1 e lo stabilimento campano di Pratola Serra è stato riconvertito a stabilimento motoristico del gruppo. Tra il 1983 e il 1995 chi riuscì a contrastare la Golf fu l’Alfa 33, diretta discendente dell’Alfasud che fu venduta in ben 990mila esemplari.
A questo punto la domanda sorge spontanea: con la Junior cosa resta della vera essenza Alfa Romeo?
Per chi è interessato riporto in questa pagina la rassegna stampa completa dai maggiori player italiani del settore automotive tratta dai miei siti www.mitoalfaromeo.com e da www.guidoitaliano.it
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ANDAMENTO VENDITE SU SCALA ITALIA A NOVEMBRE 2023 – Nell’undicesimo mese del 2023 il mercato auto Italia con 139.278 immatricolazioni registra di nuovo un incremento a doppia cifra, pari a +16,2% rispetto a novembre 2022 che aveva segnato +14,7% (il mese è però ancora in calo del 7,8% su novembre 2019). Questi risultati scaturiscono essenzialmente dal miglioramento della capacità di fornitura delle case automobilistiche legato all’attenuarsi delle difficoltà di approvvigionamento di componenti essenziali per la costruzione di autovetture.
ANDAMENTO DELLE VENDITE DEL MARCHIOALFA ROMEO NEL MERCATO ITALIA NEL MESE DI NOVEMBRE 2023 – Il Biscione ha immatricolato 2.728 vetture rispetto alle 1.589 di ottobre 2022 registrando un incremento a + 71,68 %. La quota di mercato è del 1,96% rispetto all’ 1,33 % dell’undicesimo mese del 2022. Alfa Tonale in questo mese tra le prime cinquanta vetture più vendute in Italia si è piazzata al 18° posto con 1.971 unità . Prosegue l’apprezzamento della Compact Suv del Biscione prodotta a Pomigliano che pesa il 72,25 % delle vendite del brand nel mercato nazionale. Da gennaio a novembre 2023 Alfa Romeo nel mercato Italia ha venduto 25.273 unità rispetto alle 12.740 del medesimo periodo del 2022 segnando un incremento a + 98,39%.
LEADERSHIP DEL TONALE NEL SEGMENTO C-SUV A NOVEMBRE 2023 – A novembre il modello ha sfiorato una quota del 6% nel segmento C-SUV, che ne rafforza ulteriormente la leadership, triplicando i volumi rispetto allo stesso mese del 2022. La versione top di gamma Plug-in Hybrid 280cv Q4, che ridefinisce il paradigma di Sportività Efficiente ed è già tra i modelli Premium ibridi plug-in preferiti in Italia, ha senza dubbio contribuito al successo di un modello che conta quasi 18.000 immatricolazioni registrate nei primi undici mesi dell’anno.
Dichiara Raffaele Russo, Managing Director di Alfa Romeo in Italia: “Sono molto soddisfatto degli ottimi risultati di novembre che confermano il nostro percorso di crescita in termini di volumi, quote e Brand Reputation. E tutto questo grazie a un lavoro di squadra con le nostre Concessionarie e con i nostri Clienti che, ogni giorno di più, stanno dando piena fiducia al marchio”.