Ecatombe immatricolazioni italiane a marzo 2020, il grido dei sindacati per lo stabilimento Alfa Romeo di Cassino (FR)

A Cassino vengono prodotte le Alfa Romeo Giulietta ( dal 2009) , Giulia e Stelvio ( dal 2016). Grande preoccupazione per lo stabilimento laziale Alfa Romeo da parte delle organizzazioni sindacali. Il Coronavirus ha praticamente spolpato il mercato automobilistico italiano a marzo. In marzo le immatricolazioni di autovetture in Italia hanno subito un calo dell’85,4%, attestandosi a quota 28.326 unità, un livello paragonabile a quelli dei primi anni ’60 del secolo scorso quando il processo di motorizzazione di massa nel nostro Paese stava muovendo i primi passi.

Alfa Giulietta www.mitoalfaromeo.com



DATI VENDITE ITALIA ALFA ROMEO A MARZO 2020 – Il Biscione a marzo 2020 ha immatricolato 271 vetture rispetto alle 2438 di marzo 2019. Il decremento è pari al – 88,88% ; la quota di mercato crolla dall’1,25% allo 0,96%.

LA POSIZIONE DELLA FEDERAUTO – «La chiusura dell’Italia – perché di questo si tratta – dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto – ha portato inevitabilmente alla caduta delle immatricolazioni di autoveicoli nuovi e per l’usato la situazione non cambia, determinando un contesto negativo mai vissuto sul mercato automobilistico. Concretamente c’è da aspettarsi che fra marzo ed aprile il mercato auto possa perdere 350.000 pezzi ed un possibile calo del 60% su base annua ove dovessero permanere i provvedimenti attualmente in vigore. Tutto questo è molto preoccupante per la tenuta del sistema occupazionale delle concessionarie: nel 2007-2019, di fronte ad un calo del 23,2%, persero il lavoro circa 30.000 addetti».

Il grido dei sindacati
E a Cassino, stabilimento che produce i modelli top di gamma dell’Alfa Romeo, e che dal 2021 sarebbe dovuta partire con il Levantino della Maserati cosa potrebbe succedere alla luce di questi dati? Per adesso si sfruttano le nove settimane di cassa in deroga concesse dal Governo e i cancelli si riapriranno il 13 maggio. Forse. Perché non c’è certezza che per quella data l’emergenza sanitaria sia finita e le fabbriche possano riaprire. «Tante aziende metalmeccaniche dell’indotto potrebbero non riprendere l’attività produttiva se il Governo non garantirà le imprese e non darà tutti gli ammortizzatori necessari agli operai» mette in guardia il segretario della Uilm Francesco Giangrande.

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