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7 maggio 2020: dalla fabbrica motoristica FCA di Termoli esce di scena il motore Fire dopo 35 anni e 23 milioni di motori prodotti

7 maggio 2020: dalla fabbrica motoristica FCA di Termoli esce di scena il motore Fire dopo 35 anni e 23 milioni di motori prodotti

TERMOLI (CB) – Il 7 maggio 2020 è diventata una data che resterà nella storia dell’automobile. Dallo stabilimento motoristico FCA di Termoli in Molise è uscito l’ultimo motore Fire n°23.233.856. Il leggendario motore FIRE esce di scena dopo trentacinque anni di onorata carriera su scala mondiale, fu equipaggiato da vetture Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Dodge, Ford, Jeep ed anche dalla Tata in India. Fire è l’acronimo di Fully Integrated Robotized Engine e tra i punti di forza il peso ridotto, semplicità costruttiva, affidabilità e longevità hanno consentito consumi di carburante bassi e costi di manutenzione economici, successivamente in parte imitati dalla concorrenza. Le cilindrate del Fire sono state le seguenti : 1.0 , 1.1 , 1.2 e 1.4 aspirato, bi-fuel, benzina/gpl, benzina/metano, turbo e con tecnologia MultiAir. L’evoluzione del 1.4 Turbo MultiAir con 160cv ha rappresentato uno step decisivo per l’acquisizione del Gruppo Chrysler da parte del Gruppo Fiat. L’ 11 gennaio 2012 il Gruppo Fiat incrementò la sua quota di partecipazione societaria al 58,5% di Chrysler Group raggiungendo il terzo performance event (“Ecological Event”) contemplato dall’Operating Agreement di Chrysler sottoscritto con il Governo USA targato Barack Obama. Si prevedeva infatti la realizzazione di una vettura su base Fiat con una performance in termini di percorrenza pari ad almeno 40 miglia per gallone, con l’impegno ad avviarne la produzione su scala industriale negli Stati Uniti. La vettura fu la Dodge Dart, realizzata sulla base tecnica dell’Alfa Romeo Giulietta con il 1.4 Turbo MultiAir con 160cv. Scommessa vinta grazie al Fire .Era il 7 maggio 2012 quando la Dodge Dart uscì dallo stabilimento statunitense di Belvidere, localizzato nell’Illinois (USA) con ben in evidenza il motore di origine italiana.

DOPO DEL FIRE NUOVA VITA CON IL FIREFLY – Al suo posto la famiglia FireFly di clindrata 1.0 e 1.5 in versione sia ibrida che aspirata. Il capannone di “Termoli 3” che è stato costruito per avviare la produzione del motore FIRE, venne inaugurato il 30 marzo del 1985 alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e dell’Avvocato Giovanni Agnelli.

VETTURE EQUIPAGGIATE CON IL FIRE IN TUTTO IL GLOBO – I veicoli che sono stati equipaggiati con il leggendario sono stati in ordine cronologico: Autobianchi Y10, Fiat Panda, Fiat Uno, Fiat Tipo, Fiat 500, Fiat Punto, Fiat Bravo/Brava, Fiat Palio, Fiat Marea, Fiat 600, Lancia Y, Fiat Panda 2003, Fiat Idea, Lancia Ypsilon, Lancia Musa, Fiat Grande Punto, Fiat Bravo, Fiat 500 2007, Lancia Delta, Fiat Fiorino, Fiat Qubo, Ford Ka II, Alfa Romeo MiTo, Alfa Romeo Giulietta, Tata Indica Vista , Tata Indigo Manza , Fiat 500L, Fiat 500X, Jeep Renegade, Jeep Compass, Abarth 124 Spider, Fiat 124 Spider , Fiat Perla ( solo in Cina ), Fiat Viaggio ( solo in Cina ), e Fiat Ottimo ( solo in Cina), Dodge Dart, e Fiat Tipo 2015. Anche sui veicoli commerciali Fiat Professional c’è stata l’adozione di questo propulsore: Fiat Fiorino, Fiat Doblò, Fiat Strada, Fiat Panda Van , Fiat Punto Van. La versione USA del Doblò, ridenominata RAM Promaster City invece è equipaggiata con un 2.4 Chrysler – Tigershark con 178 cv e 236 Nm.

TERMOLI PLANT PRODUZIONE MOTORISTICA OGGI – A Termoli sono prodotti per l’Alfa Romeo i nuovi quattro cilindri di 2 litri turbo a benzina da 200 e 280 cavalli e il tremila V6 biturbo, sempre a ciclo otto, sviluppato da Ferrari e che gira, in vari livelli di potenza, sotto il cofano anche delle Maserati. Questa unità inizia il suo ciclo produttivo a Maranello e viene “chiuso” a Termoli. La capacità produttiva di Termoli è di circa 200 mila motori all’anno. La fabbrica è stata aperta nel nel 1972 e da allora ha prodotto oltre ventitrè milioni di motori e oltre tredici milioni di cambi. È infatti uno dei pochissimi stabilimenti al mondo a produrre sia motori sia trasmissioni, dimostrando un elevato grado di flessibilità. Ha raggiunto il proprio record produttivo nel 2009, con oltre 971.000 motori costruiti nell’anno. I dipendenti attuali sono 2.400, di cui il 94% proveniente dal Molise, il resto dalla Puglia Nord e dall’Abruzzo.

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Alfa Romeo Giulia GTAm a maggio al Nurburgring cercherà il record in pista

Riuscirà la Nuova Giulia GTAm ad imporre il suo record in Germania sul circuito del Nurburgring?

La versione più potente dell’Alfa Romeo Giulia nella versione GTAm ( 2.9 V6 Bi-Turbo benzina con 540 cv) proverà nel mese di maggio 2020 sul circuito tedesco del Nurburgring ad imporre un nuovo record. Essendo più leggera della Giulia Quadrifiglio Verde è molto probabile che il record ci sarà. La GTAm deriva dalla Giulia Quadrifoglio, il motore è aumentato dai suoi “classici” 510cv a 540cv sul noto 2.9 Bi-turbo Benzina V6. Il rapporto peso/potenza delle nuove versioni della Giulia è 2,82 kg/CV. Da 0-100 in 3,6 secondi. velocità massima vicina ai 330 km/h.

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Ecatombe immatricolazioni italiane a marzo 2020, il grido dei sindacati per lo stabilimento Alfa Romeo di Cassino (FR)

A Cassino vengono prodotte le Alfa Romeo Giulietta ( dal 2009) , Giulia e Stelvio ( dal 2016). Grande preoccupazione per lo stabilimento laziale Alfa Romeo da parte delle organizzazioni sindacali. Il Coronavirus ha praticamente spolpato il mercato automobilistico italiano a marzo. In marzo le immatricolazioni di autovetture in Italia hanno subito un calo dell’85,4%, attestandosi a quota 28.326 unità, un livello paragonabile a quelli dei primi anni ’60 del secolo scorso quando il processo di motorizzazione di massa nel nostro Paese stava muovendo i primi passi.

Alfa Giulietta www.mitoalfaromeo.com



DATI VENDITE ITALIA ALFA ROMEO A MARZO 2020 – Il Biscione a marzo 2020 ha immatricolato 271 vetture rispetto alle 2438 di marzo 2019. Il decremento è pari al – 88,88% ; la quota di mercato crolla dall’1,25% allo 0,96%.

LA POSIZIONE DELLA FEDERAUTO – «La chiusura dell’Italia – perché di questo si tratta – dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto – ha portato inevitabilmente alla caduta delle immatricolazioni di autoveicoli nuovi e per l’usato la situazione non cambia, determinando un contesto negativo mai vissuto sul mercato automobilistico. Concretamente c’è da aspettarsi che fra marzo ed aprile il mercato auto possa perdere 350.000 pezzi ed un possibile calo del 60% su base annua ove dovessero permanere i provvedimenti attualmente in vigore. Tutto questo è molto preoccupante per la tenuta del sistema occupazionale delle concessionarie: nel 2007-2019, di fronte ad un calo del 23,2%, persero il lavoro circa 30.000 addetti».

Il grido dei sindacati
E a Cassino, stabilimento che produce i modelli top di gamma dell’Alfa Romeo, e che dal 2021 sarebbe dovuta partire con il Levantino della Maserati cosa potrebbe succedere alla luce di questi dati? Per adesso si sfruttano le nove settimane di cassa in deroga concesse dal Governo e i cancelli si riapriranno il 13 maggio. Forse. Perché non c’è certezza che per quella data l’emergenza sanitaria sia finita e le fabbriche possano riaprire. «Tante aziende metalmeccaniche dell’indotto potrebbero non riprendere l’attività produttiva se il Governo non garantirà le imprese e non darà tutti gli ammortizzatori necessari agli operai» mette in guardia il segretario della Uilm Francesco Giangrande.

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Rinviato al secondo semestre 2020 il lancio della Maserati Ghibli ibrida a causa del Coronavirus

A causa del Covid-19 è stato rinviato al secondo semestre 2020 il lancio della tecnologia ibrida nella gamma della Maserati, doveva fare il suo primo debutto mondiale al Salone di Pechino ad aprile, ma è saltato tutto.

Il restyling della berlina di segmento E della Casa del Tridente, con anche l’adozione della tecnologia ibrida sulla Ghibli, sul mercato dal 2013, l’avremmo dovuta vedere in questo mese in Cina al Salone dell’Auto di Pechino. Oltre alla Ghibli anche gli altri modelli della Maserati li avremmo visti in anteprima mondiale in versione ibrida.
Il Coronavirus ha imposto una nuova tabella di marcia che andrà a rinviare tutto al secondo semestre 2020. Non è escluso che ci sia anche un ritardo nel lancio del modelli futuri. Bocche cucite dal management.

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Impatto pandemia Covid-19: in Europa persa la produzione di 1,46 milioni di veicoli

L’ACEA ( Associazione Europea dei Costruttori Automobilistici) ha stimato in 1,46 milioni la perdita produttiva in Europa a causa della pandemia del Coronavirus/Covid-19.

La chiusura temporanea dei siti produttivi automobilistici a seguito della crisi COVID-19 ha portato ad una perdita di produzione pari a 1.465.415 veicoli a motore fino ad oggi. E’ quanto ha affermato l’ACEA ovvero l’Associazione europea dei costruttori automobilistici. Questa cifra – che include autovetture, autocarri, furgoni, autobus e pullman – è aumentata di 1,2 milioni di unità rispetto a una settimana fa. Il numero potrebbe aumentare ulteriormente se gli arresti produttivi verranno prolungati o se più impianti vengono chiusi. La durata media dell’arresto in tutta l’UE è attualmente di 18 giorni lavorativi.

RIPERCUSSIONE OCCUPAZIONE – In termini occupazionali sono 1.138.536 le persone che lavorano nel settore automobilistico in Europa, stima basata solo sui dipendenti diretti dei costruttori di veicoli; non si tiene conto dell’indotto che ha cifre di gran lunga più elevate. In Italia sono 69.382 le persone coinvolte, per volumi diminuiti di 79.803 (78.434 con aggiornamento alla scorsa settimana).

COME E’ STRUTTURATA L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN EUROPA:
Sono 13,8 milioni gli europei che lavorano nel settore automobilistico (direttamente e indirettamente), rappresentando il 6,1% di tutti i posti di lavoro nell’UE. Sull’ 11,4% dei posti di lavoro in ambito manufatturiero nella UE, sono 3,5 milioni quelli del settore automobilistico. L’industria automobilistica genera un surplus commerciale di 84,4 miliardi di euro per la UE. Il fatturato generato dall’industria automobilistica rappresenta oltre il 7% del PIL dell’UE. Investendo ogni anno € 57,4 miliardi in ricerca e sviluppo, rappresenta il 28% della spesa totale dell’UE.

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Alfa Romeo USA sensibilizza gli automobilisti a non uscire durante l’emergenza Coronavirus

Alfa Romeo negli USA ha lanciato una campagna social di sensibilizzazione denominata STAY AT HOME per limitare il contagio da Coronavirus restando a casa

E’ negli USA che il Biscione ha lanciato lo Spot STAY AT HOME, nel quale invita tutti a restare a casa. Una forte campagna finalizzata ad indurre gli automobilisti statunitensi a restare a casa evitando così il potenziale contagio. Lo spot sta riscuotendo grande apprezzamento sui canali social di Alfa Romeo USA.

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Mercato automobilistico in Italia a novembre 2019 segna + 2,2 %. In Capitanata immatricolate 392 vetture: sul podio i brand generalisti Fiat, Volkswagen e Citroen

Il mercato automobilistico italiano ha registrato +2,2% rispetto a novembre 2018. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, a novembre sono state immatricolate 150.587 vetture.

La classifica dei modelli più popolari vede sempre in testa la Fiat Panda, con 10.724 immatricolazioni. Al secondo posto, si posiziona la Lancia Ypsilon, con 4.320. Al terzo, con 4.297 registrazioni, si piazza la Smart Fortwo. Seguono, nell’ordine, la Dacia Duster (3.540), la Fiat 500X (3.432), la Citroën C3 (3.205), la Renault Captur (3.017), la Volkswagen T-Cross (2.038), la Ford Fiesta (2.902) e la Toyota Yaris (2.885).

Ed in Capitanata? Analizzando i dati del mercato del nuovo elaborati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ne emerge in Provincia di Foggia questo scenario, con riferimento alle immatricolazioni a persone fisiche residenti : 392 vetture immatricolate di cui Alfa Romeo 4 vetture, Audi 6 vetture, Bmw 4 vetture , Jeep 20 vetture, Citroen/DS 30 vetture, Dacia 19 vetture, Fiat 61 vetture, Ford 17 vetture, Honda 1 vettura, Hyundai 10 vetture, Jaguar 1 vettura, Kia 18 vetture, Lancia 11 vetture, Land Rover 2 vetture, Mazda 3 vetture, Mercedes 14 vetture, Mini 3 vetture, Mitsubishi 1 vettua, Nissan 8 vetture, Opel 20 vetture, Peugeot 22 vetture, Porsche 3 vetture , Renault 22 vetture, Seat 3 vetture, Skoda 2 vetture, Ssangyong 2 vetture, Suzuki 5 vetture, Toyota/Lexus 27 vetture, Volvo 3 vetture e Volkswagen 49 vetture.

Fiat Panda si conferma la regina del mercato italiano



Il dato statistico fa riferimento alle immatricolazioni di autovettura con riferimento alla provincia di residenza del proprietario ( nel nostro caso Foggia), sono perciò escluse le vetture immatricolate con formula di leasing e noleggio lungo termine. La classifica quantitativa su scala mensile tra i brand generalisti vede sul podio Fiat con 61 vetture, Volkswagen con 49 vetture, Citroen con 30 vetture, Toyota con 27 vetture, Renault e Peugeot con 22 vetture, Opel con 20 vetture, Kia con 18 vetture, Ford con 17 vetture.

Tra i brand low-cost Dacia con 19 vetture immatricolate resta leader incontrastata anche perché di fatto non ha concorrenti diretti. Lancia con 11 vetture con soltanto la Ypsilon a listino conferma un grande risultato poichè oggi è presente un solo modello diventando di fatto un brand-monoprodotto; in attesa del piano di rilancio sotto l’egida PSA che è tutto da scrivere. Tra i brand premium pole position per Jeep con 20 vetture, segue Mercedes con 14 vetture, Audi con 6 vetture, Alfa Romeo e Bmw con 4 vetture, Volvo e Porsche con 3 vetture, Land Rover con 2 vetture. Zero vetture per Maserati.

MA

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AUTO UE: NOVEMBRE DISCRETO (+4,5%), STAGNAZIONE PER L’INTERO 2019

E’ in moderata crescita in novembre il mercato dell’auto in Europa. Le immatricolazioni nell’area UE+Efta crescono del 4,5%. Il consuntivo dei primi undici mesi dell’anno si chiude invece con un calo dello 0,3% a quota 14.542.126 auto immatricolate. Il mercato europeo dell’auto sta dunque procedendo all’insegna di una sostanziale stagnazione compatibile con lo scenario di bassa crescita che sta caratterizzando l’area. Sull’andamento del 2019 oltre alla debolezza dell’economia hanno però pesato anche fattori specifici riferibili al settore dell’auto. In particolare ha inciso negativamente sulla propensione all’acquisto di nuove autovetture la demonizzazione del diesel, che ha creato forte incertezza negli automobilisti che devono sostituire una vettura con questo tipo di motorizzazione perché il mercato non offre al momento soluzioni alternative altrettanto economiche e versatili. E la conseguenza è un rinvio di sostituzioni già mature, mentre coloro che stanno comunque sostituendo un diesel riacquistano altri diesel o vetture a benzina, mentre benefici limitati si hanno per le motorizzazioni a basso o nullo impatto ambientale che fanno registrare forti tassi di crescita in termini percentuali, ma numeri assoluti ancora molto piccoli.  

Un peso notevolissimo sul mercato europeo hanno i cinque maggiori paesi dell’area e cioè, nell’ordine per immatricolazioni di autovetture, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna. Il mercato tedesco è quello che ha fatto registrare il maggior numero di immatricolazioni ed è anche l’unico in crescita tra i cinque grandi. Le vendite in Germania nei primi undici mesi del 2019 sono state 3.323.878 con un incremento sullo stesso periodo del 2018 del 3,9%. Nell’intero anno le immatricolazioni in Germania dovrebbero toccare quota 3.570.000 unità, il miglior risultato degli ultimi vent’anni dopo quello del 2009 fortemente sostenuto da bonus ambientali. Gli operatori tedeschi dell’auto ritengono tuttavia che nel 2020 il buon risultato del 2019 non sarà replicabile in quanto le vendite si attesteranno su un livello di circa 3.350.000 unità. La Francia ha chiuso il consuntivo dei primi undici mesi con un calo dello 0,2% e la domanda di auto è dunque anche qui in stagnazione, così come in Italia (-0,6%), mentre più negativo è il risultato del Regno Unito (-2,7%) che ha risentito per tutto l’anno delle incertezze legate alla Brexit e ancora più negativo è il risultato del quinto dei grandi mercati, la Spagna, che accusa un calo del 5,7% nonostante un notevole ricorso alla pratica dei chilometri zero.

In sintesi, il mercato dell’auto dell’Unione Europea e dell’Efta – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor –  nonostante l’exploit della Germania, non raggiungerà neppure nel 2019 il massimo toccato nel 2007 a quota 16 milioni di immatricolazioni ed è inoltre altamente probabile che anche il 2020 sia un anno all’insegna della stagnazione. Il settore dell’auto sta vivendo una vigilia difficile dopo la scelta delle autorità politiche e di tutte le case automobilistiche di puntare decisamente sulle soluzioni elettriche, che, tuttavia, nonostante il lancio di tanti nuovi modelli interessanti, stentano ad affermarsi in maniera significativa senza il supporto di forti investimenti in incentivi e in infrastrutture.

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Che ne sarà dell’Alfa Romeo con la gestione PSA targata Carlos Tavares? Quale destino dopo Sergio Marchionne?

Gli interrogativi che tutti si pongono sul futuro del Biscione dopo la fusione FCA-PSA che vedrà PSA in prima linea a decidere su una galassia di brand sono tanti.

1) Che ne sarà dell’Alfa Romeo con la gestione PSA targata Carlos Tavares? Difficile dirlo ora è chiaro che entro i prossimi 24 mesi non ci saranno novità sostanziali in gamma; anche se molti progetti sono stati cancellati. Il tutto va contestualizzato con la trasformazione integrale del settore con la rivoluzione elettrica. E’ chiaro che il know-how elettrico del Gruppo PSA potrebbe giovare brand in affanno come Fiat e Lancia ma per Alfa Romeo e Maserati?

Già nel 2020 il brand Maserati offrirà le sue vetture anche con la versione mild-hybrid ma su Alfa? Questa scelta fa parte però della strategia del grande Sergio Marchionne. E dopo?

La scelta di cancellare l’erede della Giulietta a favore del suv Tonale fa capire quale sia la prima strada del futuro: realizzare prodotti che il mercato vuole partendo dai SUV.
Il CEO del Gruppo PSA ha all’attivo una sua credibilità manageriale forte per il rilancio del gruppo francese ma è chiaro che ad oggi tutto tace sul futuro degli stabilimenti italiani del Gruppo FCA che sono localizzati quasi tutti nel Mezzogiorno.

E quest’ultimo non è un dettaglio di poco conto. Attendiamo maggiori evoluzioni per poter esprimere liberamente un parere. Temiamo che il know-how Alfa Romeo sarà utilizzato anche su modelli PSA ( vedasi DS) per dare una impronta più premium. Tutti gli scenari sono aperti. Va purtroppo ricordato che 1/3 delle quote del Gruppo PSA sono in mano allo stato francese, limite o opportunità per il sistema produttivo italiano?

MA

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FCA PSA si prospetta fusione tra i due player secondo il WSJ. Revisione produttiva sul banco da subito a danno di Italia o Francia?

Ammetto di essere molto preoccupato per questo progetto di fusione perchè chi realmente andrebbe a trarne vantaggio, a mio avviso , è solo il Gruppo PSA assente nel profittevole mercato a stelle e strisce con invece forte presenza nel maturo mercato dell’ Europa con Peugeot, Citroen e Opel soprattutto in Germania, Francia e Gran Bretagna. Psa Group capitalizza 22,5 miliardi mentre FCA Group circa 18,2 miliardi. La differenza, però, è che il gruppo francese tratta oltre sette volte gli utili mentre quello italo-americano poco più di quattro volte stando alle analisi Bloomberg. Non era forse opportuno optare per altri partner, vedasi il Gruppo Hyundai-Kia ?

Tolta l’analisi finanziaria, entriamo nel dettaglio societario e vediamo che il Gruppo PSA ha tre azionisti: lo stato francese, la famiglia Peugeot e il costruttore Dongfeng che costruisce in Cina le Citroen. FCA invece è controllata dal 29% di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli e per le restanti quote da fondi d’investimento americani e internazionali.



Che ne sarà degli stabilimenti produttivi italiani? Su quali basi dovrebbero essere salvati rispetto a quelli francesi? E’ palese che gli stabilimenti devono essere saturati e che si andrà verso un taglio lineare, chi sarà sacrificato?
Sono sinceramente preoccupato per il futuro degli stabilimenti industriali italiani e per la perdità di identità dei brand del gruppo FCA. Avremo prodotti fotocopia sul fronte generalista: Fiat, Lancia, Peugeot, Citroen. E il know-how Alfa Romeo Maserati servirà al Gruppo PSA per creare delle vere vetture premium per il brand DS? E del know-how JEEP a chi farà comodo? FCA utilizzerà sicuramente la nuova piattaforma PSA ovvero il pianale modulare Cmp, che fa da base alle vetture compatte e sul quale produce al momento modelli di volume come le gemelle Peugeot 208 e Opel Corsa. FCA potrebbe realizzare su questo pianale la possibile erede della Fiat Grande Punto proposta, quest’ultima, volendo anche in versione 100% elettrica grazie alla variante eCmp della architettura del gruppo francese. E’ questo il vantaggio competitivo più evidente di PSA rispetto a FCA. Imbattibile FCA nel know-how su vetture di lusso Alfa-Maserati, nella tecnologia diesel, sui pick-up RAM venduti negli USA e sulla tecnologia off-road JEEP.

Il Ceo di PSA, Carlos Tavares, diventerebbe l’amministratore delegato di una società paritaria (50 Fca e 50 Peugeot) in grado di piazzarsi tra il terzo e il quarto posto nella classifica globale dei costruttori con nove milioni di veicoli immatricolati, davanti a General Motors (8,4 milioni) ma dietro a Volkswagen (10,6 milioni). Alla presidenza del colosso andrebbe John Elkann, attuale numero uno di Fca. Però se si parla di fusione paritetica perchè per il WSJ Psa dovrebbe avere sei posti nel consiglio di amministrazione nella società che nascerà dall’accordo con Fca. Secondo quanto riporta il giornale statunitense la fusione fra le due società è stata approvata. A Fca dovrebbero andare cinque posti.

Una fusione dettata dai vantaggi derivanti dalle economie di scala e dalla necessità di avere un partner per la rivoluzione elettrica. Costruire nuove autovetture ha un costo importante e per questo il settore si deve consolidare. Per progettare e produrre veicoli elettrici (una batteria da 500 chilometri di autonomia costa circa 20 mila dollari, un motore a benzina ne costa circa cinquemila) le case automobilistiche dovranno investire 225 miliardi di dollari entro il 2023 stima la società di consulenza Alixpartners. Ma alla fine la sede strategica del nuovo gruppo sarà PARIGI, TORINO o una città terza? Quanta ITALIA ci sarà in questo nuovo colosso? Saranno tutelati ggli interessi della filiera automotive italiana oppure assisteremo ad un graduale smantellamento a favore della Francia?

Michele Antonucci

ANALISI DEI DUE GRUPPI AI RAGGI X


FCA GROUP
Brand: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep Lancia, Maserati e RAM
STABILIMENTI NEL MONDO : 102
DIPENDENTI 199.000
FATTURATO 110 MILIARDI DI EURO NEL 2018
PRODUZIONE ANNUA 2018 : 4,8 MILIONI DI AUTO ( 51% mercato Nord America)

PSA GROUP
Brand: Citroen, DS, Peugeot, Opel, Vauxhall ( quest’ultimo solo per il mercato UK)
STABILIMENTI NEL MONDO : 45
DIPENDENTI 211.000
FATTURATO 74 MILIARDI DI EURO NEL 2018
PRODUZIONE ANNUA 2018 : 3,9 MILIONI DI AUTO ( di cui il 90% in Europa)