Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica evidenzia lo spostamento del baricentro decisionale del Gruppo Stellantis verso la Francia e a danno dell’Italia: dov’era la politica quando si decise di fondere FCA e PSA per creare Stellantis?

LA POLITICA ITALIANA SI E’ SVEGLIATA DAL LETARGO SULLA VICENDA STELLANTIS – Il Copasir ( Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) , per preservare gli interessi nazionali nell’industria automobilistica, ha evidenziato che deve essere valutato l’ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo Stellantis, per «favorire un ribilanciamento di pesi» tra i francesi di Psa e la Fiat, e si invitano le Camere a prevedere, al momento della ratifica del trattato del Quirinale tra Italia e Francia, «un’adeguata tutela degli asset strategici in ambito finanziario e industriale». A dicembre del 2019 quando è stato firmato il Combination Agreement ( leggi qui) dov’era la politica italiana tutta? Ha preferito essere spettatore e non protagonista. Tutte le agenzie avevano comunicato che la nuova società sarebbe stata paritetica 50% Fca e 50% Psa, con sede legale in Olanda e con quotazione a Milano, Parigi e Wall Street. Le sedi operative saranno a Torino, Parigi e Auburn Hills.

MAGGIORANZA FRANCESE IN STELLANTIS – Lo Stato francese ha una quota del 6,5%, l’8,5% alla famiglia Peugeot ed il 14,4% ad EXOR ( la holding controllata dalla famiglia Agnelli – Elkann). Lo scorso settembre, cedendo l’1,15% della sua partecipazione, i cinesi di Dongfeng hanno avviato la loro uscita grduale dal capitale di Stellantis, dal quale usciranno completamente entro fine 2022. Nel CdA su undici consiglieri, sei vengono da PSA ( incluso il CEO Carlos Tavares). L’ipotesi di ingresso dello Stato italiano in Stellantis è solo una provocazione oppure ci sarà una volontà governativa in tal senso? Che lo si vada a definire in tempi stretti. L’intero comparto industriale ex FCA in Italia merita di essere valorizzato e non dimenticato in un momento storico cruciale per il settore automotive.

Per Bloomberg Dongfeng potrebbe vendere la sua quota societaria nel Gruppo PSA, potrebbe subentrare FCA ?

Tanto per cambiare altra soffiata da Bloomberg che vedrebbe il socio cinese Dongfeng cedere la sua quota all’interno del Gruppo PSA. Le altre quote paritetiche sono in mano allo stato francese ed alla famiglia Peugeot.

Dongfeng, azienda statale cinese che entrò nel 2014 nel capitale sociale di PSA ora vorrebbe monetizzare la sua operazione. Era già partner del gruppo PSA per produrre in Cina le Citroen, ma ad oggi la joint venture nel mercato cinese ha portato numeri al di sotto delle aspettative e gli stabilimenti cinesi non lavorano utilizzando la massima capacità produttiva.

Nel 2018 questa joint venture ha registrato una perdita di oltre 250 milioni di dollari. Nel 2014 entrare in PSA è costato a Dongfeng 800 milioni di euro, oggi quella quota vale 2,2 miliardi di euro. Il merito di questo risultato è addebitabile al CEO Carlos Tavares che ha attuato un importante piano di rilancio acquisendo anche Opel da GM. Ad oggi i numeri sono i seguenti: margine operativo del 9% e liquidità di cassa di 7,9 miliardi di euro.

Chi potrebbe subentrare a Dongfeng? La stampa specializzata ipotizza un ingresso di FCA anche se i dubbi sono a mio avviso elevatissimi: FCA è fortissima in Nord America mentre PSA lo è in Europa, e dopo l’acquisizione di Opel è il secondo costruttore dietro a VW. Perchè FCA dovrebbe farlo?

Piccola nota: il mercato europeo è maturo, saturo, non sono previsti segnali di ripresa sostanziale da qui ai prossimi annni, che interesse avrebbe FCA a entrare nel Gruppo PSA? Oltre le quote di mercato e la somma quantitativa quale potrebbe essere il valore aggiunto? PSA avrebbe tutto l’interesse ad entrare nel mercato a stelle e strisce utilizzando i concessionari FCA ma con che brand e con che strategia? In passato per i marchi francesi gli USA hanno rappresentato una bagno di sangue e peraltro sono brand che non hanno appeal negli States.

Il mercato statunitense invece cresce ed il Gruppo FCA continua a macinare utili e segnali positivi, portando a casa grande marginalità. Marchionne, peraltro come è noto, è sempre stato contrario ad operazioni di questo tipo, speriamo che Manley ne tenga conto.

Michele Antonucci

1 agosto 2017: PSA acquisisce ufficialmente Opel e Vauxhall dalla GM

1 agosto 2017: è nato ufficialmente il secondo costruttore automobilistico europeo, ratificata oggi l’acquisizione del brand Opel/Vauxhall dalla GM (General Motors) a cura del gruppo PSA ( Peugeot, Citroen e DS Automobili) . Automotive News Europe prevede economie di scala in area Ricerca e Sviluppo pari a 1.7 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di generare un flusso di cassa libera operativo positivo entro il 2020 e un margine operativo del 2% entro il 2020 e del 6% entro il 2026. L’acquisizione apre un nuovo capitolo nella storia di Opel dopo 88 anni con GM, ha dichiarato l’amministratore delegato di Opel Michael Lohscheller nella dichiarazione. PSA ha dichiarato di essere in trattative per acquistare Opel dal mese di febbraio 2017 ed ha annunciato a marzo 2017 un accordo vincolante tra le due parti per acquisire Opel/Vauxhall ad un prezzo di 2,2 miliardi di euro. La vendita di Opel/Vauxhall concretamente rappresenta per GM l’abbandono del mercato europeo, iniziato qualche anno fa con il ritiro del brand Chevrolet. I due brand non generavano utili dal 1999. Importante sfida per il nuovo gruppo PSA targato Tavares.